I bastardi di Pizzofalcone, di Maurizio De Giovanni, ormai li conosciamo tutti. Conosciamo anche I Bastardi nella versione edita Bonelli (click).
Quelle che conosciamo poco, in realtà, sono le figure professionali che accompagnano la trasformazione di un’idea, ogni sua declinazione, dal libro ai bellissimi cani di razza del fumetto. E per sopperire a questa mancanza, a pranzo con me c’è Fabiana Fiengo!
Antipasto
Ciao Fabiana, grazie per esserti prestata a questo pranzo virtuale!
Tu disegni praticamente da sempre, sei l’idea alla base de I Bastardi di Pizzo Falcone versione fumetto, edito Bonelli. Ci racconti com’è nata l’idea?
Grazie a te per l’invito!
L’idea di dare una veste antropomorfa a I Bastardi è nata per puro gioco. Essendo fan della serie a romanzi e della fiction, realizzai una fan art reinterpretando i personaggi in senso letterale e antifrastico: cani sì, ma di razza, visto che i protagonisti ereditano tale appellativo a causa di alcuni poliziotti corrotti del commissariato di Pizzofalcone, i veri bastardi.
Primo
Tu lo sai, questo pranzo è solo fintamente formale. Abbiamo già avuto occasione di chiacchierare, e quello che mi ha colpito della nostra conversazione è stata una riflessione sul processo creativo. Qual è l’iter creativo di un fumetto?
Dipende di caso in caso. Ad esempio, potrebbe nascere prima l’idea di un personaggio e solo successivamente la storia che lo vede protagonista. Oppure l’idea di una trama è antecedente la strutturazione dei personaggi principali. Fatto ciò, si scrive una storia, anche breve. Segue il trattamento, in cui si divide la storia per sequenze, ognuna corrispondente a un determinato numero di tavole. Si passa poi alla sceneggiatura: vignetta per vignetta, si descrive cosa succede: didascalie, dialoghi, inquadrature, onomatopee.
A quel punto, il materiale passa al disegnatore (se è diverso dallo scrittore), che deve tradurre in immagini quanto presente nella sceneggiatura.
Nel caso specifico de I Bastardi, il materiale di partenza era offerto dal primo romanzo della serie di De Giovanni, su cui sono intervenuti gli sceneggiatori Claudio Falco e Paolo Terracciano con un trattamento prima e una sceneggiatura poi. Dopo la realizzazione dei disegni, sono intervenuti i coloristi Marco Marrone e Chiara Imparato, supervisionati da Giuseppe Boccia, e la letterista, Maria Dalmotto.
Il nostro è stato un lavoro di équipe.
Chiaramente tutto passa sotto il vigile occhio critico del direttore artistico, Luca Crovi, e di quello editoriale, Michele Masiero.
Secondo
Quando disegni, a chi ti ispiri? Hai qualche modello forte, nella tua formazione artistica?
Di modelli ne ho diversi, adesso grazie ai social network è molto più facile conoscere ogni volta nuovi artisti dai cui trarre ispirazione. Indubbiamente, il primo amore è stato Alessandro Barbucci, creatore delle W.i.t.c.h. insieme a Barbara Canepa. Questo è stato un fumetto che ha segnato il mio gusto artistico fin dalle elementari.
In età più matura ho subito l’influenza anche di Loisel, Guarnido e Laura Braga.
Contorno
Come sai, su #readEat si parla principalmente di libri e il fumetto è una portata nuova nel mio menù.
Ci sono libri per cui ti piacerebbe disegnare un soggetto?
Ce ne solo molti che mi allettano, visivamente parlando: la trilogia degli storici di Fred Vargas, o i gialli di Serena Venditto, che vedono un gatto nero di nome Mycroft come detective. Poi ancora, mi piacerebbe Il mercante di Venezia di Shakespeare, per via dei costumi e dell’ambientazione e qualcosa di ispirazione potteriana, una storia nuova e contemporanea calata in quel contesto magico!
Dolce
Ultima domanda, spero tu abbia gradito le portate!
Hai qualche consiglio da dare a chi, come te, vuole intraprendere la strada del fumetto?
Tralasciando i consigli validi un po’ per tutti i campi come l’impegno o lo studio, consiglio a chi vuole fare di questa passione una professione di non vergognarsi di quello che si realizza, anche se ancora acerbo o imperfetto!
Mostrare il proprio lavoro, soprattutto a persone esperte, è essenziale per capire in che direzione si sta andando. È altrettanto importante avere grande capacità di autocritica, che permette di migliorarsi sempre di più. Consiglio inoltre di osservare i grandi maestri dell’arte, tanto del presente che del passato, e non limitarsi a una cultura esclusivamente fumettistica, al fine di stimolare meglio la creatività e la fantasia.