I sapori della felicità è il primo libro di Luca Uria, informatico e cuoco senza glutine!
Ho sentito dire – un po’ per reticenza e un po’ per ignoranza – che la cucina senza glutine è priva dii sapore.
Io dico semplicemente che è un tipo di cucina che richiede curiosità, un po’ come l’approccio al mondo del self-publishing.
Verifichiamo?
Antipasto
Ciao Luca, tu cucini bene e averti in cucina confesso, mi mette un po’ soggezione. Specialmente quando il tuo libro parla di sapori e ha una storia editoriale intensa! Quindi, rompiamo il ghiaccio: i sapori della felicità. Com’è nata l’idea?
Cucino con passione, per la mia famiglia e in particolare per la piccola Natalie, celiaca, per la quale nascono quei bei piatti che vedi sul mio blog (e che in parte descrivo nel libro). In realtà la scintilla è stata innescata proprio dalla sua intolleranza, che ha permesso a me e mia moglie di dedicarci alla sua alimentazione non solo da un punto di vista terapeutico ma facendola sentire una principessa a tavola.
La felicità è vederla contenta davanti ad una bella pizza fatta in casa, ad un bignè alla crema, un piatto creato appositamente per lei. E poi ci sono i sapori dei ricordi, non solo quelli della tavola, ma quelli della vita che ognuno di noi vive attraverso il suo ‘palato’: ognuno di noi ha il suo ingrediente segreto per la ricetta della felicità.
Primo
Ora potrei fare la scontata e porti una domanda facile, tipo ‘e qual è il tuo ingrediente della felicità’, ma non è questi quello che faccio su Spizzichi e bocconi. Piuttosto, sono interessata al tuo percorso editoriale. Tu nasci come self, giusto? E sai che raramente i libri self vengono rieditati da una casa editrice. Invece è successo. Ti va di dirci come?
Non so se sia un caso, fortuna, oppure semplicemente la storia giusta al momento giusto…
Fatto sta che ho intrapreso questo percorso in modalità autonoma quasi per gioco, in effetti il libro stesso è per me un gioco. Un gioco di riscrittura del mio passato, presente, e futuro. Mi sono messo in gioco e ho provato a far leggere il mio libro a un po’ di persone oltre ai parenti e amici più stretti che ovviamente sono di parte. È piaciuto molto, non solo dal punto di vista stilistico ma anche dal punto di vista emozionale. Dunque mi sono fatto coraggio e ho contattato tutti gli editori che conoscevo, sia quelli grandi che quelli minori.
Da qui è nata l’opportunità dell’editore che mi ha contattato per una proposta di pubblicazione.
Secondo
E immagino ti sarai confrontato con una nuova realtà, no? Da essere editore di te stesso a lavorare con un team di persone orientate sul tuo libro. Hai sentito differenze? Come si è evoluto I sapori della felicità?
Sicuramente ha beneficiato di tutta la competenza e professionalità degli esperti che lavorano in questo settore. Dalla revisione delle bozze, alla copertina, ai consigli per le presentazioni che stiamo organizzando anche nella mia città e che mi divertono moltissimo. In questa nuova veste editoriale devo dire che il libro assume tutto un altro aspetto, e presentarlo in quest’ottica è molto più stimolante e mi permette di arrivare ad un pubblico più vasto. La felicità di poter dire: questo è il mio libro e parla di me!
Contorno
Ecco, puoi dirmi un po’ com’è cambiato il testo? Per la versione self de I sapori della felicità ti sei appoggiato a un editor?
No, per la versione self in realtà ho letto, riletto e poi ancora riletto…e poi mi sono affidato ai lettori ‘di famiglia’ che hanno contribuito a scovare eventuali errori e a correggere i passaggi che avevano bisogno di una revisione. Devo dire però che quando la versione self è passata in mano all’editore le correzioni sono state veramente molto poche!
Dolce
Beh, lo vogliamo dire di quale editore si tratta? Oltre questo, qui si è parlato tanto, specialmente nell’intervista con Chiara Beretta Mazzotta, di quanta fatica costi pubblicare in self. Tu noti qualche differenza?
Certo, si tratta de L’Erudita, marchio di Giulio Perrone editore.
Se di fatica si può parlare, sono fatiche diverse: nel caso del self è molto più difficile farsi notare, ci vuole molta intraprendenza e una rete di conoscenze e contatti molto forte dove diffondere le informazioni e la propria opera.
Nel caso del percorso editoriale, ci si appoggia a staff esperti, ma non significa dormire sugli allori: c’è comunque tutta un’attività di marketing molto spinta che deve essere costruita ed alimentata non solo da chi ti pubblica ma soprattutto dall’autore: nel mio caso stiamo organizzando degli eventi di presentazione e la cosa divertente è che non si tengono necessariamente in librerie ma in locali pubblici, bar, ristoranti, nell’ambito di fiere del settore alimentare. Sono location molto diverse dal contesto editoriale, ma proprio per questo più accattivanti e con un più forte appeal sulle persone che partecipano.
Vi è sembrata un’intervista priva di sapore?
Grazie Luca per avermi dedicato del tempo! E noi ci vediamo presto con la recensione cucinata (e probabilmente gluten-free) de I sapori della felicità!