… di fantasy, Angels e Barbara Sanlei

Rieccoci in cucina, la pentola borbotta e la tavola è già apparecchiata per l’ospite di questa settimana, Barbara Sanlei. Autrice ambiziosa, ho avuto modo di parlarci a lungo, tanto che alcune domande di questa intervista sono nate proprio da una delle nostre prime chiacchierate a partire da Angels – lacrime di sale (click!).

A voi indovinare quali, mentre gustate la lettura tra Spizzichi e Bocconi!

Antipasto
Ciao Barbara, un virtuale benvenuto nella cucina letteraria di #readEat – libri da mangiare e un grazie per esserti prestata a questo piccolo gioco! Cominciamo subito a parlare della materia prima: Angels – lacrime di sale. Vuoi descriverlo un poco ai lettori?

Angels non è un semplice libro. È un progetto che mi impegna da dieci anni. È nato per caso da un gioco da cui ho preso spunto per creare appunto il personaggio di Shanya, la protagonista, ma l’evoluzione è stata completamente autonoma e svincolata dal contesto che poteva avere appunto il gioco. Si dividerà in due parti. Angels – Lacrime di… ed Angels – Ali di… .

La prima trilogia avrà connotazioni sopratutto urban fantasy, ma solo per poter naturalmente crescere e sviluppare il progetto originario, un thriller religioso alla Dan Brown, senza ovviamente avere nessuna presunzione di assomigliare al grande maestro.

Angels – Ali di… sarà appunto, spero, il salto di qualità, la tetralogia più impegnata per la quale sto facendo ricerche da anni e sto costruendo personaggi che hanno davvero connotazioni nel reale, pur restando ovviamente un’opera di fantasia. Il mio intento è di creare un qualcosa che porti davvero il lettore a dubitare se sia solo una “favola” o ci sia qualcosa di vero.

Primo
Quindi un totale di sette libri! Caspita, che bel progetto! Ecco, tu parli di ricerche, addirittura ricerche di anni. Senza scendere nel dettaglio del progetto ‘Angels’, puoi parlarci un po’ di quello che è per te il processo creativo? Come arrivi a dare all’idea la concretezza del manoscritto? E, altra cosa… La casa editrice che ti pubblica come ti aiuta in questo? Voglio dire: tra autore ed editor si crea una certa sintonia, per permettere al secondo di valorizzare quanto più possibile il lavoro dello scrittore. Nel processo creativo ti avvali di questa sintonia o per te è qualcosa che viene dopo?

Per me è iniziato tutto come un gioco, solo quando ho capito che la storia poteva prendere una piega “seria” ho iniziato con le ricerche, che non sono ancora finite visto che quando ti addentri in segreti Vaticani, si può dire che queste cose non abbiano mai fine.

Anni perché appunto mi sono resa conto che se voglio creare una trama interessante ma fluida, non posso solo lasciare parlare il mio istinto ma devo assolutamente approfondire argomenti molto pesanti come la spiritualità, la storia e le tradizioni non solo cattoliche ma anche di molte altre religioni, mantenendo il più possibile una posizione neutrale ed una mentalità aperta, e ti assicuro che non è facile.

Inoltre come tutte noi sono una donna che lavora e non posso dedicare alla scrittura tutto il tempo che vorrei. La mia editor è assolutamente fondamentale. Non è solo una editor fantastica, ma un’amica, una consigliera, una complice. Senza di lei sarei assolutamente una nullità. Sara Marrano è una delle persone migliori che conosco, ma quando scrivi non è solo l’editor che fa la differenza.

I beta readers sono fondamentali. Sono quelli che davvero ti dicono se la trama fila e magari involontariamente, ti danno anche spunto per qualche miglioria, e ti assicuro che servono sempre.

Secondo
Ecco, tu parli di ricerche, Vaticano e spiritualità. Provocatoriamente, ti dico che vicino a ‘urban’ c’è la parola ‘fantasy’ e spesso, è quest’ultima che indirizza il libro in uno scaffale ‘per ragazzi’ o accanto al Signore degli Anelli. Ci parli un poco di cos’è per te questa categoria e come ritieni che debba essere valorizzata?

Allora…urban perché è ambientato nei giorni nostri e in un contesto identificabile da chiunque, fantasy perché oggettivamente ci sono situazione che non sono reali.

Il Signore degli Anelli di Tolkien è un Fantasy classico, con un mondo inventato e creature mitiche, è davvero tutto un altro genere di fantasy anche se ammetto che mi bacerei i gomiti se il mio libro fosse sullo stesso scaffale con quello che per me è un Dio, il padre di tutti i fantasy.

Libro per ragazzi…oddio il mio non lo considero tale perché ci sono situazioni che giudico più adatte a un pubblico con una certa maturità sopratutto spirituale, per intenderci… mia figlia di tredici anni non lo ha ancora letto, anche se non escludo che ci siano adolescenti assolutamente maturi e in grado di apprezzare e comprendere fino in fondo gli argomenti trattati.

Credo che il fantasy in generale debba essere rivalutato sopratutto dagli scrittori stessi. Troppi pensano che solo perché scrivi un fantasy ti puoi permettere di tutto tanto “è fantasy”. No… assolutamente. Ci sono dei parametri da rispettare e sopratutto bisogna sempre pensare che il lettore non è scemo e certe castronerie prima o poi saltano agli occhi. Se vogliamo rivalutare il fantasy dobbiamo prima di tutto documentarci su tutto quello di cui vogliamo parlare e condirlo con tanta pazienza.

Contorno
Cosa proporresti alle case editrici e ai librai, per evitare la tanto temuta collocazione in zona ‘ragazzi’? Secondo te che lavoro si dovrebbe fare per difendere il fantasy in quanto genere letterario con la sua complessità e profondità?

Bisognerebbe educare i lettori ai vari tipi di fantasy. Ci sono i fantasy per ragazzi e sono meravigliosi, ma ci sono anche tanti fantasy più complessi che andrebbero rivalutati.

Devo dire che i grandi come Follet, King e Brown fanno lavori assolutamente fantastici, ma non si può negare che ci siano autori cosiddetti minori anche italiani, che non hanno la fama di quelli che per me sono Dei della letteratura ma che sicuramente a livello di qualità delle loro opere non hanno nulla di cui essere invidiosi. Bisognerebbe solo spingere le persone a rivalutare anche quegli scrittori che sono considerati un po’ di nicchia

Dolce
In ultimo (e mi dispiace perché tutte le portate sono state di mio estremo gusto): ‘Angels’ sta riscuotendo un buon successo, e tu hai un gran bel numero di lettori. Cosa ti spinge a lavorare con una casa editrice invece di metterti in proprio con il self?

Io ho il massimo rispetto per le self. Io stessa ho iniziato come self, ma punto all’America. Al 99% rimarrà un sogno, non ho certo la presunzione di dire che il mio libro è un capolavoro, ma il mio sogno è quello e senza una CE seria che mi sostiene non posso farcela. Non è semplice, e sopratutto non sarà una cosa immediata. Ma non mi arrendo. Io vivo di sogni, io sono fatta della materia di cui sono fatti i sogni. Io voglio continuare a sognare e non smetterò finché non ci sarò riuscita o non sbatterò il muso contro TUTTE le porte. Fino ad allora tenterò e ritenterò.

 

Cara Barbara, io ti auguro con tutto il cuore di riuscire nel tuo intento! Nel mio piccolo, posso aolo ringraziarti per questo pasto pixelato, sperando presto di riuscire a mettere Angels – lacrime di sale in cucina, che qualche morso nonostante la dieta mi è scappato!

E voi siete d’accordo? Volete dire qualcosa?
#readEat – libri da mangiare è qui, e tutti sono liberi di dire la loro!

 

Editor freelance, lettrice compulsiva, mangiona impenitente. Tra un refuso e una briciola recensisco libri e lavoro con gli autori accanto alle loro storie.

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