si mangia a casa Delrai!

Buongiorno, puntuale il martedì è giornata di interviste e questa settimana abbiamo con noi Malia Delrai, fondatrice dell’omonima casa editrice!
Ho conosciuto questa donna a Roma, nell’ambito di Più Libri Più liberi, e subito ho pensato di condividere il suo lavoro con quante più persone possibile.

Quindi, per #readEat – libri da mangiare, è di nuovo ora di sedersi a tavola!

Antipasto
Ciao Malia, e grazie per esserti resa disponibile a questo pranzo virtuale! Allora… Tu sei una sola e mandi avanti una macchina organizzativa pazzesca, questo genere di impresa non poteva passare inosservata e quindi eccomi a chiederti, giusto per scaldarci: mi parli un po’ della Delrai?

La Delrai Edizioni è la mia famiglia. E non scherzo quando lo dico. Mandare avanti tutto quanto non è facile, perché ci vuole tanto lavoro, tanta perseveranza, volontà, costanza. Solo quando tieni davvero a qualcosa riesci a farlo. Non si hanno mai orari prestabiliti, non si ha tempo libero – ma in fondo non lo voglio nemmeno, perché lo userei per la Delrai. Quando mi alzo il primo pensiero è per la mia casa editrice e credo anche l’ultimo prima di andare a dormire, dopo – ehi, abbiamo chiuso la finestra, vero? –. Questa è la Delrai Edizioni per me, per gli altri… chissà. Non so da fuori come sia vedere questa realtà crescere, ma per me è un grandissimo orgoglio.

Primo
Da fuori si vede tanto impegno e dedizione, ed è – credimi – quello che mi ha portato a invitarti a pranzo! Dunque, leggevo sul sito qualcosa che ha pizzicato i miei sensi di editor, ovvero: mettersi al servizio degli autori. Cosa intendi?

Gli autori sono parte integrante del progetto di qualsiasi editore, anzi, sono alla base del progetto di qualsiasi editore. Senza gli autori la casa editrice non esisterebbe. Spesso e volentieri ci si dimentica di questo. Quando dico “a servizio” intendo che la mia intenzione è quella di lavorare seriamente con loro, di vivere con loro un percorso che possa realmente farli sentire apprezzati come scrittori. Anche se non è facile, questa è di solito la mia posizione verso di loro, e spero che apprezzino i miei sforzi, anche se sono ancora una realtà giovane.

Secondo
Adesso, sporchiamoci un po’ le mani: quando leggi un testo, quali sono i tuoi criteri di scelta? Cosa spinge un manoscritto a dire “sì, lo voglio?” a casa Delrai?

I miei criteri di scelta… bella domanda. Di solito quando mi approccio a un testo guardo tre cose: la capacità di strutturare un testo, la capacità di comunicare emozioni e lo stile. Questi sono i tre elementi che mi colpiscono. A volte non sono equilibrati, altre volte sì, ma di fatto in tutti i miei autori c’è qualcosa che mi ha colpito per uno di questi aspetti che io valorizzo tantissimo e per me sono fondamentali. Certo… la capacità di strutturare un testo si può imparare, ma lo stile – anche se sempre perfettibile – e il riuscire a comunicare le emozioni è qualcosa che lo scrittore ha. Sono una persona strana di gusti e la Delrai Edizioni mi rappresenta in toto in questo.

Contorno
C’è una cosa che mi ha incuriosita e che forse non tutti sanno: a Delrai c’è una collana interamente dedicata allo steam-punk! È un filone della narrativa non particolarmente masticato ma che a me, per esempio, fa impazzire. Magari tu puoi fare più luce sull’argomento! La parola all’editore!

Sì, è un genere che personalmente amo, ma che è molto difficile da scrivere e soprattutto da far apprezzare in Italia. Avremo presto la prima pubblicazione di Eveline Durand il prossimo anno: Collezione privata. È una grande autrice, che ridarà spessore a questo genere sottovalutato e per me incredibile. Elementi che si mescolano di presente, passato, futuro, è qualcosa che mi ha sempre affascinata, che crea in me una certa suggestione. Non scherzo quando dico che è di sicuro il mio genere preferito e che ammiro chi ne sa scrivere. Ci vogliono capacità non indifferenti, un talento smisurato, una testa enorme! Spero con tutto il cuore di ricevere proposte steampunk molto più spesso.

Dolce
… e invece, della Malia Delrai autrice che mi dici? Ti affidi a figure professionali per consolidare il tuo lavoro? Hai un progetto che vorresti proporre in futuro ai lettori?

Della Malia autrice non so dirti molto, quella parte di me è stata rinchiusa in un cassetto, ma confido che un giorno potrà riuscire e rinascere, ma chissà… per ora mi tengo stretta la voglia di continuare a scrivere e l’ispirazione. Per me è fondamentale mantenere viva la passione, però non so proprio cosa potrà accadere alla me scrittrice e se riuscirò mai a trovare di nuovo la dimensione per tornare poi a pubblicare. Mi piacerebbe, ecco, questo sì, ma ho tante priorità che vedono la mia casa editrice come assoluta protagonista.

 

Se devo essere sincera, nella mia esperienza i capitani migliori sono quelli che sanno mettersi da parte per dare spazio al prossimo, e per un autore star lontano dalla penna e permettere ad altri di spiccare il volo, è quanto di più lodevole ci sia. Ti auguro vivamente il meglio, di crescere quanto basta per poter coltivare ogni parte di te. Intanto grazie per questo pranzo, immaginario ma buonissimo, e rimando chiunque legga a dare più di uno sguardo all’opera di un’appassionata lavoratrice!

 

ps.
Avete dato una sbirciata agli aggiornamenti nella sezione Finger food?

Editor freelance, lettrice compulsiva, mangiona impenitente. Tra un refuso e una briciola recensisco libri e lavoro con gli autori accanto alle loro storie.

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