Giacomo Casaula l’abbiamo già conosciuto in veste teatrale, su Pink Magazine.
Siccome ho trovato molto piacevole parlarvi di questo ragazzo, ho voluto approfondire l’argomento qui su #readEat, e ovviamente sono rimasta molto soddisfatta e colpita dalla sua sensibilità artistica e preparazione.
Senza indugio, quindi, apparecchio la tavola!
Antipasto
Allora, Giacomo, il tuo percorso letterario si rifà al matrimonio antico/contemporaneo che caratterizza il tuo teatro canzone?
Si, ovviamente anche il mio percorso letterario si rifà al connubio antico-contemporaneo. Come forse ho già detto, il contemporaneo letto e analizzato con gli occhi dell’antico appare incredibilmente più chiaro, più esatto, oserei. Ne ho avuto una riprova per la mia tesi di laurea triennale in lettere classiche. L’argomento era l’iter personale e letterario di Pier Vittorio Tondelli, scrittore cult degli anni ’80 e di una intera generazione. L’ultimo capitolo della tesi era dedicato a un raffronto tra il suo romanzo più graffiante e incisivo Altri libertini e il Satyricon di Petronio. Avendo letto e studiato il Satyricon, il romanzo tondelliano mi è apparso in tutta la sua onestà e disarmante Bellezza, cosa che sarebbe stata diversa se non avessi letto il classico latino.
Primo
E a te cosa piace scrivere?
La scrittura mi piace a 360 gradi. Da quella definita forse impropriamente intimista a quella cronachistica, da quella che ha come base il fantastico, a quella di ricostruzione storica. Mi piace seguire le parole che vengono fuori e spesso mi lascio guidare proprio da loro. Credo sia la guida migliore.
Secondo
Stai lavorando a un progetto editoriale, ultimamente?
Si. In realtà ho scritto molte cose diverse, alcune anche per mantenere un certo rapporto di quotidianità con la scrittura. Credo che a volte l’esercizio debba anche essere innescato con la meticolosità e non solo con l’ispirazione.
Il progetto a cui sto lavorando da più tempo è un romanzo, ‘Scie ad andamento lento’. Qualcosa a metà tra l’autobiografia, il romanzo di formazione, e alcuni tratti emozionali che mi appartengono ancora in pieno, nonostante ci stia lavorando da un po’ di tempo. La storia si snoda tra Napoli e Cattolica, due posti del cuore.
Dolce
La scrittura sì, è un’esercitazione quotidiana. Sono felice che tu abbia un progetto, e non vedo l’ora di sbirciare, se possibile.
Ultima domanda, il dessert: con quali case editrici ti vedresti a collaborare?
Non ho particolari preferenze. Credo che per gli esordienti e i giovani in generale contino le persone. Se qualcuno crede in te, ha fiducia e soprattutto sposa il tuo entusiasmo il resto viene da se. Personalmente non mi dispiacerebbe partire leggermente in sordina, una piccola casa editrice che si addentri nelle mie nervature emozionali e con cui si possa fare un bellissimo viaggio, magari verso una casa editrice anche più grande.