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Beata gioventù, la rivincita degli ottuagenari

Beata gioventù (click) è un romanzo di Vincenzo Galati edito Oakmond Publishing. Ultimamente l’avete visto molto sul mio profilo Instagram, è da un po’ che cerco di leggerlo e finalmente, ora posso anche recensirlo!

La protagonista di Beata gioventù è la signora Olga, amabile vecchina genovese alle prese con la propria routine. Quando l’omicidio dell’amica Anna viene preso sottogamba dalla polizia, Olga decide di indagare con il sostegno degli anziani del centro La Gabbianella.

Che dire, di questa signora Fletcher dei nostri tempi?
Forse che quando passa è il caso di toccare ferro, forse che di amici così, dovrebbero essercene di più.

Forse, con Beata gioventù Vincenzo Galati cerca di farci guardare un po’ oltre il nostro naso, verso figure apparentemente lontane da noi, ma che potrebbero rappresentare il nostro futuro una volta pensionati.

Si crede che una volta anziani, si abbia il diritto di godersi la vita eppure, proprio quello è il momento delle separazioni: dagli amici, dai consorti. L’anzianità descritta in Beata gioventù è bella perché viva, e perché si dà valore alla vita.

I protagonisti sono diversi, sono diverse possibilità di vedere il futuro: sono una comunità che non si lascia andare, danno al centro anziani un valore di quartier generale in cui orchestrare il loro piano per il trionfo della giustizia. Mettono al servizio della vita ogni loro competenza e mai, mai si stancano di imparare cose nuove, fosse anche applicarsi alla numismatica più complessa.

L’anzianità di Beata gioventù è quella che sfrutta il proprio stato per infischiarsene delle regole, quando queste sono sbagliate o non seguono il cuore. Un gruppo di arzilli campioni guidati da un’Antigone ottuagenaria.

Mi è piaciuto molto risolvere questo rompicapo con la signora Olga e i suoi amici, tuttavia ho riscontrato qualche piccolo problema tipico dei romanzi di serie: sebbene ogni personaggio sia ben definito, è difficile entrare in un mondo già avviato. Mi spiego: in ogni serialità c’è un rimando alle avventure precedenti, un piccolo riepilogo, una serie di mini riassunti su quella che è la vita dei personaggi o le loro inclinazioni.

L’unico difetto che ho notato, in Beata gioventù, è però anche stimolo: voglio sapere cosa succede prima.

Portando il libro in cucina, qui su #readEat, ho subito pensato a qualcosa di buono che potesse rivedere il mio concetto di anzianità. In genere, l’anzianità è qualcosa che non ci piace, e che fa paura. Un po’ come il piatto di bieta lessa che mangio due volte a settimana perché sono a dieta, e questo mi tocca.

Se smettessi di vedere la bieta come un alimento nemico, comprenderei che può essere arricchita da ciò con cui si abbina, lavorazioni diverse. E così mi è venuto in mente l’erbazzone, la mia vecchiaia arricchita da parmigiano, pancetta e crosta dorata. Tutto ha più sapore (e più calorie, ma questo è un altro discorso).

L’erbazzone, ahimè, non l’ho cucinato io, anche se rimedierò. Come il libro si presenta con un gruppo già definito di personaggi, introdotti nel romanzo Chi non muore, anche io ho sentito giusto arrivare a un piatto già definito, preso dal panettiere, il più buon panettiere di Reggio Emilia.

L’erbazzone si abbina perfettamente a Beata gioventù, perché è una pietanza vetusta con ancora tantissimo da dare, arrivato nel piatto dopo un retaggio di generazioni. Magari ipercalorico, certo, ma anche il romanzo di Galati lo è, perché ricco di elementi, storia, e di vita.

 

 

nota a margine
lo so, lo so, vi sono mancata. Ultimamente ho molti progetti di lavoro coinvolgenti e interessanti, e mi dispiacerebbe non poter seguire il blog come vorrei. Rinnovo l’appello a tutti i miei lettori che vogliono cimentarsi nella scrittura: attendo le vostre recensioni, La parola ai lettori è una rubrica di tutti, aperta alla vostra voce e alla vostra penna!

 

Beata gioventù, Vincenzo Galati, Oakmond Publishing.
Recensione #readEat – libri da mangiare

Editor freelance, lettrice compulsiva, mangiona impenitente. Tra un refuso e una briciola recensisco libri e lavoro con gli autori accanto alle loro storie.

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