eleanor oliphant sta benissimo, Gail Honeyman Garzanti

Eleanor Oliphant sta benissimo, recensione di Camilla Ottani per #readEat

Eleanor Oliphant sta benissimo, di Gail Hoenyman per Garzanti (click), è stato l’ultimo libro letto nel gruppo #mordilalettura.
Ho le mie opinioni, a riguardo, tuttavia non fatico ad ammettere che mi sono piaciute di più quelle espresse da Camilla Ottani!

Continua il viaggio di #readEat nelle tavole altrui con ‘La parola ai lettori’!
Buona recensione e buon appetito!

 

Una domanda mi incuriosiva. A che cosa servivo io? Non avevo dato nessun contributo
al mondo e non ne avevo ricavato nulla.
Non illumino una stanza quando entro. Nessuno spasima per vedermi o sentire la mia
voce. Non provo la benché minima pena per me. È semplicemente la constatazione di un
dato di fatto.

Ci sono dei personaggi letterari in cui ognuno di noi si rivede, che sia per le somiglianze fisiche o
caratteriali, dei tratti in comune riusciamo sempre a trovarli. In Eleanor Oliphant sta benissimo,  troviamo una di quelle figure che divide le masse: alcuni penseranno a Eleanor come una spocchiosa sputasentenze solo perché non ha niente di meglio da fare; altri, più attenti, noteranno che ha molto da dire ma non sa come farlo, perché non conosce se stessa.

Eleanor è una donna di trent’anni che ha fatto della sua vita una routine. Si alza, va al lavoro e torna a casa. Durante il weekend beve per scacciare i pensieri. Nessuno sconvolgimento particolare, così non può restare ferita, no?
In realtà, se si guarda sotto la superficie, si nota quanto sia una persona distrutta.

Non ha legami perché è più facile così, è una persona che si fa notare poco ma è reale, esiste e potresti
perfino averla incontrata. È un personaggio che fa riflettere: quanti di noi giudicano facilmente senza
sapere cosa stia passando una persona che non conosciamo?

Eleanor Oliphant sta benissimo parla al lettore con brutale onestà, ci fa capire che quanto noi vediamo, molto spesso non è la vera essenza di una persona, ma una corazza costruita per proteggersi dalle difficoltà della vita.

Circa a metà del libro si capisce di quanto lei abbia bisogno di un rapporto umano con qualcuno, del
bisogno di parlare ed esternare i propri pensieri. Questa è una cosa che capita a tutti, almeno una volta nella vita. Ci sentiamo incompresi, come se non avessimo nessuno in grado di capire davvero quello che cerchiamo di trasmettere. È allora che arriva Raymond.

Lui è un uomo che vive con semplicità, senza pretese particolari. È l’unico che non tratta
Eleanor come un caso umano ma come una persona, ed è chi le ricorda cosa vuol dire essere qualcuno. Raymond è quell’ancora che Eleanor non si era resa conto di volere, con cui anche solo fare una conversazione casuale. Colui che ti chiede come stai perché gli importa, che ti veda.

 Provo pena per i belli. La bellezza, dal momento in cui la possiedi, ti sfugge via, effimera.
Dev’essere difficile. Dover sempre mostrare che c’è qualcosa di più, desiderare che la gente veda sotto la superficie, che ti ami per te stesso e non per il tuo corpo mozzafiato, per due occhi scintillanti o per una capigliatura folta e lucente. A me non dà fastidio quando gli altri reagiscono al mio viso, ai contorni bianchi e corrugati della cicatrice. Mi fissano, sussurrano. Mi rassicurava pensare che lui avrebbe capito, perché in un certo senso anche lui faceva girare le teste, sebbene per motivi molto diversi. 

Al giorno d’oggi, sentirsi soli è uno dei mali più comuni e diffusi. A volte lo diamo per scontato perché
siamo persone “felici”, perché abbiamo qualcuno vicino. Ma esistono persone come Eleanor, bisognose di una spinta in più per trovare se stessi.

Per questo che ho apprezzato sia le parti brutte che quelle belle, di Eleanor Oliphant sta benissimo. Il suo uscire dalla comfort zone la porterà a conoscere l’amicizia vera, ma anche ad affrontare i demoni rinchiusi da anni nella sua testa, ora pronti a uscire e far capire anche a noi che ci sono momenti in cui abbiamo più bisogno di aiuto quando non lo vogliamo.
Eleanor Oliphant sta benissimo è un romanzo coinvolgente, in cui chiunque si sia mai sentito soffocare dalla monotonia della vita può facilmente riconoscersi.
Un tentativo di uscirne, cercando un cambiamento esteriore nella speranza che quello interiore giunga da solo. Una speranza che, incontrando la persona giusta, riconosciamo noi stessi tra la folla.

 

Che dite, siete d’accordo con Camilla?
Se anche voi avete qualcosa da dire su un libro letto, scrivetemi qui e pubblicherò la vostra recensione!

Eleanor Oliphant sta benissimo, di Gail Honeyman, recensita per #readEat da Camilla Ottani.

Editor freelance, lettrice compulsiva, mangiona impenitente. Tra un refuso e una briciola recensisco libri e lavoro con gli autori accanto alle loro storie.

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