Paula, Isabel Allende

Paula, di Isabel Allende, recensita da Francesca Leonardi per ‘La parola ai lettori’

Paula, questo il libro scelto da Francesca Leonardi per aderire alla mia iniziativa ‘La parola ai lettori‘. Francesca vive in un posto bellissimo, dove libri e cucina non mancano. Trovate le sue avventure ne Il mondo in un boccone, se leggendo il suo articolo vi sentite più curiosi.

Cari lettori, al tavolo di #readEat troverete sempre posto. Mettete su carta e nel piatto le vostre emozioni.
I libri sono fatti proprio per questo.

 

Un urlo straziante, un dolore lacerante, un costante senso di impotenza. È questo quello che ho sentito leggendo Paula, libro di Isabel Allende, dell’ormai lontano 1994 ma sempre molto attuale. Esprime, infatti, sentimenti che tutti possiamo provare, situazioni che tutti possiamo vivere e dolori che tutti possiamo affrontare nel corso della nostra vita. In questa meravigliosa opera d’arte, Isabel Allende è voce narrante e madre. Durante la lunga malattia della figlia, cerca di sfogarsi nell’unica maniera che le viene naturale: scrivendo.

In ospedale, in camera d’albergo, in una Madrid che le è estranea, lontano dai suoi cari e dalla sua anima gemella, la scrittrice racconta a Paula la storia della sua vita, tra realismo magico, golpes militari, esilio e situazioni personali che hanno segnato la sua esistenza. Attraverso le pagine di questa sorta di diario, Isabel Allende mette a nudo la sua anima, riaprendo quelle ferite del passato che l’hanno portata a essere la donna che è oggi.

Paula, di soli ventotto anni, non può rispondere, è in coma. La porfiria, malattia ereditaria che l’ha colpita nel peggiore dei modi, l’ha lasciata sospesa tra la vita e la morte, in un corpo statico, senza possibilità di reazione. Paula è intrappolata nel suo stesso corpo. Prigioniera ormai in un limbo, un mondo parallelo che non le permette di rivelare ciò che prova e che la costringe lontano dall’amore della sua vita. Questo amore è Ernesto, che l’aspetta senza perdere le speranze.

Isabel inizia a ripercorrere gli albori della sua infanzia, facendo conoscere al lettore le storie dei componenti della sua famiglia e raccontando in particolare la vita di Salvador Allende, suo zio, ex presidente del Cile e vittima del famoso golpe militar che negli anni Settanta ha portato il paese alla rovina.

Tra lotte intestine, desaparecidos, coprifuoco e censura da parte del nuovo governo militare, la Allende si ritrova quasi senza volerlo a salvare centinaia di persone da morte certa e dai campi di detenzione clandestini, per poi rendersi conto della dura verità dei fatti, ovvero che da sola non ce la farà mai e che, continuando di questo passo, metterà la sua famiglia in serio pericolo. Il governo la conosce, il suo cognome è famoso: in Cile non c’è più posto per la famiglia Allende. Davanti a questo senso di impotenza, non può far altro che iniziare un nuovo capitolo della sua vita, in Venezuela, dove comincia a scrivere, non dimenticando mai di inserire tra i personaggi dei suoi romanzi membri della sua famiglia, persone che ha conosciuto in Cile o situazioni vissute proprio lì, nel suo tanto amato e odiato paese.

Il libro è ricco di flashback, parti in cui la scrittrice cilena ricorda momenti del passato e pagine in cui si ritrova a supplicare la figlia, al principio chiedendole di tornare da lei e, verso la fine, implorandola di spiccare il volo una volta per tutte.

Paula, però, non è solo un’autobiografia, bensì un libro che parla d’amore, anzi, di diversi tipi d’amore. L’amore tra due innamorati, agli albori della loro storia: Paula e Ernesto sono sposati da poco meno di un anno e sono follemente innamorati. In ospedale, lui le parla, la bacia, l’abbraccia, si prende cura di lei giorno e notte, fino allo sfinimento, in un climax a tratti straziante.

Lo stesso capita a Isabel, che rappresenta un amore diverso, forse il più forte: l’amore di una madre. Cosa prova una madre davanti a una figlia in coma? Anche lei, come Ernesto, lotta. Si batte con le unghie e con i denti, tentando ogni tipo di cura per cercare di salvare sua figlia da un destino così tragico.

E tra ricordi, dichiarazioni d’amore, grida di dolore e riflessioni sulla vita, Paula viene accompagnata verso la morte salvifica, percepita come la fine della sofferenza, la liberazione dell’anima dal corpo e l’arrivo su questa terra della nuova Paula, la Paula spirito.

 

Sentii che mi stavo immergendo in quell’acqua fresca e seppi che il viaggio attraverso il dolore finiva in un vuoto assoluto. Sciogliendomi ebbi la rivelazione che quel vuoto è pieno di tutto ciò che contiene l’universo. È nulla e tutto nello stesso tempo. Luce sacramentale e oscurità insondabile. Sono il vuoto, sono tutto ciò che esiste, sono in ogni foglia del bosco, in ogni goccia di rugiada, in ogni particella di cenere che l’acqua trascina via, sono Paula e sono anche me stessa, sono nulla e tutto il resto in questa vita e in altre, immortale.

 

Dato che #readEat è un blog che unisce letteratura e cibo, ho pensato molto a che tipo di pietanza poter collegare a Paula. Per il senso di staticità che il libro mi ha trasmesso, lo paragonerei alla panzanella, o pan molle, piatto toscano a base di pane raffermo ammollato nell’acqua, tonno, cipolla, pomodori e cetrioli. Un piatto semplice, come lo è Paula.
Paula è bloccata nella rigidità del suo corpo, dura come il pane di qualche giorno ma caratterizzata da un’anima fragile. Morbida, proprio come il pane in acqua. Un piatto da gustare proprio ora che arriva l’estate e un libro tutto da leggere, anche se profondamente triste.

 

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Paula, recensione di Francesca Leonardi per #readEat – libri da mangiare

Editor freelance, lettrice compulsiva, mangiona impenitente. Tra un refuso e una briciola recensisco libri e lavoro con gli autori accanto alle loro storie.

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