Sabrina Cospetti - Black Wings - La Ruota Edizioni

black wings, un processo di lievitazione

Black Wings (click), di Sabrina Cospetti per La Ruota Edizioni, è uno di quei romanzi che vanno letti con cautela, un po’ come quando ci si approccia a un nuovo modo di cucinare una ricetta tradizionale.
Questo un po’ perché il genere lo richiede. Leggere un urban fantasy è spesso un gioco di figure già di fondo nostre, da cercare di rimodellare in forma innovativa.

Nel caso di Black Wings l’ingrediente tradizionale è il concetto di religione. Inferno, paradiso e fede sono gli strumenti. Incontriamo qui gli angeli, i demoni, i nephilim. Sono elementi molto delicati, il cui difetto è quello di essere talmente tanto in tendenza che basta un nonnulla per sbilanciare la narrazione o, per quanto riguarda la cucina letteraria di #readEat, per pasticciare con il sale.

In Black Wings protagonista è Dafne. Adottata da una famiglia scozzese, è circondata dall’affetto dei genitori e degli amici, quelli apparentemente normali, e alle prese con i teorici soliti problemi: il bullo della scuola, la mean girl di turno.
Da un giorno all’altro tutto questo cambia, e la ragazzina si ritrova al centro della lotta tra bene e male. Alla scoperta della propria vera natura si scoprirà causa prima della caduta di un angelo, alle prese con un sovrannaturale che non comprende e di cui non ha troppe spiegazioni.

La difficoltà di scrivere un romanzo così risiede in diversi fattori. Primo tra tutti l’adattare tematiche  come quella della caduta angelica e figure ostiche, quelle celesti, a personaggi adolescenti alle prese con determinate prime esperienze. Il primo bacio, il primo amore, la scoperta di se stessi, il tutto alla luce di una personalità che si sta formando e che quindi, è fragile.

Dafne, la protagonista, si muove guidata dall’impulsività, tratteggiata da una penna che calca in effetti quelli che sono la sua età e il suo carattere: veloce e istintiva, come la narrazione in sé, rapida e serrata, quasi senza riposo.

Ho trovato realistico che personaggi giovani non fossero anche ‘maturi’. Vivono quel turbine disordinato che è l’adolescenza con azioni disorganizzate, un po’ a tentoni, non sempre efficaci. Si sperimenta, in Black Wings, quella che è una cottura orizzontale omogenea, perdendo, è vero, la verticalità data dalla lievitazione e dall’introspezione, ma riflettendo al contempo un momento puramente frenetico dell’esistenza.

(Mi verrebbe da dire: finalmente degli adolescenti che fanno gli adolescenti! Solo io odiavo quella macchinosa maturità nei dialoghi di Dawson’s Creek?)

E d’altro canto, è opportuno sottolineare che anche l’occhio adulto è presente,  non come guida ma come ‘mondo’. Ci si ritrova in una dimensione celeste dove è chiaro più che mai quanto a volte la luce troppo intensa sia portatrice di miraggi e il buio dell’ombra possa invece nascondere tenerezze inaspettate. Questo, per quanto riguarda il tema della caduta e quello strettamente correlato dell’accettazione, che aleggiano all’interno del racconto. Sono toccati con la leggerezza e la frenesia di chi ha tanto da scrivere al punto che quasi sfugge all’occhio del lettore la domanda fondamentale: Dio dov’è? Chi decide chi scende giù e chi sale su?

Se la perfezione risiede unicamente nell’Altissimo, sarà chiaro che nel momento in cui le decisioni importanti vengono prese da un Consiglio, questo sarà composto da figure per forza di cose fallaci. C’è molta umanità, nel bene e nel male, tra le schiere celesti.

Dunque, la domanda che mi faccio io è: dove risiede il momento spirituale della caduta angelica? Ecco, questo è un interrogativo che spero di risolvere nel secondo libro!

Si è parlato di lievitazione, prima.
Ed effettivamente, poiché questo libro parla di figure in crescita e cottura, ho cercato di rappresentare l’adolescenza rimaneggiando la ricetta delle focaccine senza lievitazione. Si tratta, come in Black Wings, di giocare con ingredienti base della nostra tradizione per proporre qualcosa di nuovo, esattamente con le stesse difficoltà incontrate in un libro come questo.

Preparare le focaccine richiama l’adolescenza: un impasto disordinato che per trasformarsi in fragrante pagnottella ha bisogno dell’immersione delle mani. E richiama anche quel processo di crescita orizzontale che ho riscontrato nei personaggi del romanzo, perché essendo senza lievitazione, le mie focaccine rimarranno per forza di cose basse. Morbide e fragranti, certo, con sale rosso e semi di sesamo per garantire il sapore e la croccantezza sotto i denti,  ma senza aumentare di volume e profondità.

Questa è una merenda che chiede di essere arricchita, ed eccomi infatti a buttare per una sera i miei principi light e sostenere la mia creatura con prosciutto cotto e mozzarella.

Però, tra un boccone e l’altro, è giusto menzionare tutta la collana urban fantasy de La Ruota. Questa si dimostra sempre coerente nell’avvicinare i ragazzini allo straordinario, forse provocando  noi lettori ‘adulti’, a volte troppo calati nelle nostre vite fitte e ‘profonde’ per ricordarci di bellezze come la magia, altre creature e altri mondi.
Ricordate di The Phoenix e de La Custode?

 

la lotta
mi piacerebbe dirvi che le mie focaccine erano buonissime, stellari, impareggiabili. La verità è che le ho gustate per poco, molto poco, perché la mia mano ha ceduto davvero sotto il peso del sale. Risultato? La bottiglia da due litri d’acqua mi ha tenuto compagnia nella veglia notturna e io, che amo credermi perfezionista, già medito la rivincita contro il pezzo di focaccia galeotto, tanto desiderato quanto maledetto.

 

recensione cucinata del libro ‘Black Wings’ di Sabrina Cospetti

Editor freelance, lettrice compulsiva, mangiona impenitente. Tra un refuso e una briciola recensisco libri e lavoro con gli autori accanto alle loro storie.

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