Dietro anime d'inchiostro - Marco Chiaravalle - La strada per Babilonia

dietro anime d’inchiostro e tessere del domino

Qualche tempo fa mia sorella ha insegnato il gioco del domino a suo figlio. Avete presente quando c’è la fila perfetta, le tessere sono sistemate e iniziano a cadere, tutte regolari fino a quella? Sì, proprio quella che interrompe il divertimento. Più o meno, questo è quello che accade a Marco Bandini, protagonista di Dietro anime d’inchiostro (click), scritto da Marco Chiaravalle ed edito da La strada per Babilonia.

Marco è uno scrittore dall’impenitente sarcasmo che ha chiuso il cassetto della fantasia e non ricorda più dove sia la chiave. Per fortuna, alcune idee sono più forti di altre e Mike, un personaggio dei suoi romanzi, riesce quindi a contattare il creatore, mettendo piede nel mondo reale. Entrambi sono esseri bloccati, e dipendono l’uno dall’altro per andare avanti.

Nella speranza di superare l’intoppo del proprio domino personale e vivere appieno la storia scritta per lui, Mike dovrà aiutare Marco a rimettere a posto quelle che sono le tessere della sua vita, in particolare quella che, sistemata male, ha bloccato tutto il resto.

Vedete, il bello di Dietro anime d’inchiostro è che non è così semplice. Prendete la tessera dell’amore, per esempio. Nel libro l’amore è Alice, a sua volta sospesa a metà e incapace di terminare il gioco. Consapevole del proprio stato, la ragazza sogna ogni volta un percorso immaginario per i propri tasselli. Così, la partita di Alice si intreccia a quella di Marco, e a suo modo anche a quella di Mike.

Credo che il nocciolo del libro sia proprio questo: vivere, come il domino, si basa su piccole spinte e liberatorie cadute. Quando la caduta si arresta, deve esserci la volontà di guardarsi indietro, sistemare la fila e di nuovo, ricominciare a spingere e cadere.
Di sottofondo, però, è lecito porsi una domanda: chi dà inizio al movimento?

In Dietro anime d’inchiostro, questa spirale di personaggi è resa coloratissima dalla penna dolce e salata di Marco Chiaravalle, che descrive puntuale la vita di ogni scrittore, di ogni sognatore: sospesa un tra la terra e le nuvole, reale faticoso e fantasia tangibile.

Esiste un piatto che come questo romanzo possa essere dolce, salato e inaspettatamente croccante?
Sì, esiste, almeno nella cucina letteraria di #readEat: si tratta della crema mou, la cui dolcezza viene prontamente contrastata dalla presenza degli anacardi salati in superficie.
Credo che mangiare sia un po’ metafora di vita, come il domino e come la storia di Marco. Portare il cucchiaio alla bocca è soltanto il principio, ma è sul palato che i vari assaggi, alternandosi, creano gusto e armonia. L’inaspettata consistenza degli anacardi sotto i denti arresta il corso della degustazione, l’accettazione di questi aiuta a mandarli giù e arricchisce di sapore il dessert.

 

credendo vides
Lo so, probabilmente è stato un azzardo parlare di domino. Neanche a dirlo, è un gioco in cui non sono troppo portata.
Tuttavia, lo spirito del blog è quello di provare esperienze nuove senza riserve, e allora se io mi avvicino al domino, voi potete guardare le cose dal mio punto di vista, aiutandovi con un elemento in più che renderà visivamente quanto ho scritto sopra!
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ps!
è caldamente consigliato di tenere d’occhio la sezione Finger food, nei prossimi giorni. Novità in arrivo!

Editor freelance, lettrice compulsiva, mangiona impenitente. Tra un refuso e una briciola recensisco libri e lavoro con gli autori accanto alle loro storie.

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