un Tiaso al momento della vertigine

Recentemente una delle mie migliori amiche è tornata dall’estero dopo un tempo ‘troppo’, riunendo così il trio ventennale. A breve qui ci sarà un’invasione lunga (molto), e sono felice al punto che già immagino le notti in cucina, tre amiche, chiacchiere e risate. Un Tiaso non troppo diverso da quello che Mara di Noia descrive nel suo libro, Vertigine, pubblicato da Milena Edizioni.

Per chi non è appassionato dell’antico mondo greco, il Tiaso è un’associazione religiosa più comunemente identificato con quello femminile di Saffo. Se, come la Di Noia, prendiamo in prestito il termine e lo portiamo vicino al cuore, l’associarsi del Tiaso celebra, come in questo libro, una splendida amicizia tra donne dove ognuna si fa specchio per l’altra, raccontandosi davanti a una tazza di tè e delizie sempre più vegane.

Il Tiaso di Miriam/Francesca è composto da lei, Sveva, Camilla e Veronica. Ciò che tocca, di queste donne, è la loro vita straordinariamente comune, nel bello e nel brutto, al punto che una di loro potrei essere io, o tu, o magari la tua amica del cuore. Lo dico perché leggere e rileggersi poi sono passaggi essenziali per comprendere quella Vertigine in copertina, per vederla non soltanto legata alle vicende dominanti di Miriam e Francesco, ma lungo le pagine del libro come il momento che precede ogni decisione.

Sì, come quando guardi in basso prima di tuffarti dallo scoglio alto, e non sai mai se il sopra e il sotto ce li hai fuori o dentro lo stomaco.

I flash che compongono la narrazione si alternano tra ieri e l’oggi, anche loro creano una vertigine. Miriam si lega a Francesco tramite un amore diverso da quello per il marito o i figli. Lo chiamerei un amore ‘a prescindere’, che trova ogni mezzo per sfidare il tempo fino a rendersi indefinito. Camilla deve scegliere se continuare o meno un lungo e tortuoso percorso per diventare madre. Veronica è intrappolata in una relazione soffocante e Sveva morde la vita, scegliendo di cambiarla radicalmente.

Nel bene o nel male, queste donne del Tiaso vivono la vertigine e saltano. Di incerto è l’amore ‘a prescindere’ di Miriam, che vive in un limbo di infinite possibilità e ancora al limite dello scoglio.

Sapere che si può essere amiche se non per sempre, per molto, molto tempo, è una promessa che ritrovo nel Tiaso di Vertigine e stimola l’attività culinaria di #readEat qui, in questa cucina letteraria, anche grazie alla figura di Camilla e al suo ricettario.

Traendo ispirazione da questo personaggio ho selezionato tra quelle proposte la ricetta che ho ritenuto più vicina a Vertigine e alle donne del Tiaso, qualcosa da poter condividere anche con le mie amiche quando saranno qui per l’invasione.
Ho scelto i muffin salati di radicchio ed erbe sebbene, incapace di seguire una ricetta come solo io so essere, le erbe sono state sostituite dagli anacardi e il muffin è diventato un tortino.

L’anacardo dona alla narrazione la croccantezza che non ti aspetti durante il morso. Lascia sul palato quell’incertezza di sapore che, come la vertigine, ti rende indeciso sul giudizio tanto da aver bisogno di un altro boccone.
Il radicchio è stato scelto appositamente per la narrazione. Omaggia quei toni a volte amari e totalmente reali che rispecchia, ma amalgamato a una pasta morbida e fragrante come il pane si fa apprezzare fino a donare un piacevole senso di pienezza.

 

il forno
il forno è un essere strano, a volte ti benedice con qualcosa di soffice e altre ti inganna con una prova stecchino apparentemente soddisfacente.
Oggi mi ha consegnato la torta salata non perfettamente cresciuta.
Voglio però sperare che anche questo sia un omaggio al Tiaso per ricordare di quando, ancora giovani e non lievitate, tre bambine conquistavano il mondo per il semplice fatto di aver visto l’alba insieme.

 

Editor freelance, lettrice compulsiva, mangiona impenitente. Tra un refuso e una briciola recensisco libri e lavoro con gli autori accanto alle loro storie.

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