Centrifugo a Natale

Durante le vacanze di Natale capita di andare un po’ qua e un po’ là. Succede che gli spostamenti da un parente all’altro siano repentini, che si trasformino in avventure in auto lungo tutto lo Stivale. I sorrisi, i saluti, i bambini, il vino buono, dormire poco, rimettersi in macchina.  Quando il 28 dicembre finisci il giro d’Italia, ecco che spunta un po’ più di comprensione per quei calzini usciti striminziti dalla lavatrice, e ripensi a Centrifugo senza rispetto – miscellanea di racconti, di Andrea Alessio Cavarretta (click).

Si tratta di sedici racconti che ben si adattano ai mordi e fuggi natalizi dai parenti. In questi spaccati editi da Augh! Edizioni, Cavarretta descrive situazioni che pur essendo paradossali, si sovrappongono perfettamente a quelle che sono, a volte, le situazioni della vita.

Penso a mia nipote, che potrebbe interpretare tutto il giorno un personaggio da lei inventato. Credo che spesso i bambini lo facciano per guardare ciò che hanno attorno con altri occhi, forse quelli dei grandi.

Alzi la mano chi si è ritrovato a perdere tutto, anche se stesso, a due centimetri dal proprio obiettivo. Magari era una corsa contro il tempo, o semplicemente il gioco dell’oca.
E quante volte si cerca di sembrare perfetti sempre, anche se il costo per mantenere alta la facciata  abbassa di qualche tacca la nostra umanità?

In questo viaggio circolare con tanto di libro sotto il braccio, ho potuto riflettere, ammirare, constatare che forse, quant’è scritto non è poi così distante da me. Che il paradosso è dato dalla situazione, ma le scelte dei personaggi sono determinate dal loro essere umani. Mi sono sentita più umana anche io, forse soltanto un po’ centrifugata e quindi, accartocciata in pensieri che ancora vorticano rapidi, in tondo, per poi essere sputati via, presto, e approdare qui, su #readEat – libri da mangiare.

E se durante quanto rimane delle feste volete cogliere l’occasione per cercare un po’ di voi stessi all’interno di qualche storia che sembra lontanissima dalla vita normale, Centrifugo senza rispetto offre tante scene, piccole e appetitose come i crocchè di patate la notte della vigilia.

Proprio come il famoso antipasto (famoso almeno qui, in casa mia) mescola elementi filamentosi, pepati e croccanti, le storie presenti nella raccolta sono diverse, tutte. C’è varietà dei personaggi, scenari diversi, un universo di mentalità complesse.
La mano dello scrittore, in questi mondi – come quella di mia sorella, il cuoco – dove si vede?
Facile, nella consegna: racconti visibilmente scritti dalla stessa mano, con uno stile acquisito esattamente come la forma perfetta dei crocchè prima della frittura.

Nella scrittura, come in cucina, non bisogna sottovalutare la mano di chi lavora: lo stile definisce una penna, e l’aspetto dell’antipasto chi è ai fornelli. Così come un racconto di Cavarretta porta la sua firma per il semplice fatto di essere stato scritto, letto e identificato, così la sola presenza del futuro crocchè vicino alla friggitrice è indicatore di provenienza.

La dimostrazione?
Mia sorella li prepara senza pepe, stretti e lunghi; io li impano due volte, super croccanti e di un tono più scuro; la bisnonna dei miei nipoti li frigge piccoli e probabilmente soltanto con la farina, tutti cicciottelli e un po’ tozzi.
Visto, assaggiato e identificato, no?

Vorrei dirvi che sono avanzati, che questa è una cucina letteraria dove si è più impegnati a leggere che a mangiare. Ma oggi no, oggi si respira ancora aria di festa e la bontà del Natale mi impone di dire la verità: ogni anno sempre la stessa storia. Nulla avanza, né una pagina di libro, né un morso di crocchè!

 

Precisazione linguistica
Non sono crocchette di patate, si chiamano crocchè. La ricetta originale non vuole il prosciutto cotto, ma soltanto patate, uova, un po’ di farina, sale e pepe e la mozzarella che deve filare, altrimenti non è buono.

Spero che per l’anno nuovo centrifughiate anche voi qualcosa di nuovo: storie, sentimenti, interessi. Spremeteli e buttateli fuori, magari per qualche racconto dal sapore tutto da scrivere.
Io sarò qui ad aspettarvi e a leggere quanto manderete.
Un felice anno nuovo a tutti!

 

 

Editor freelance, lettrice compulsiva, mangiona impenitente. Tra un refuso e una briciola recensisco libri e lavoro con gli autori accanto alle loro storie.

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